10 miti sul SEO

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Esistono molte leggende riguardo al mondo del marketing digitale. E la cosa peggiore di tutto è che la tendenza è credervi e prenderle per buone senza verificare la realtà in ogni situazione.

Tra tutti questi misteri si trovano i miti sul SEO che aumentano ogni giorno. E considerando che gli strumenti di marketing e i canali non smettono di evolvere, è facile credervi.

Ovviamente i miti sul SEO generalmente sono creati da persone che fanno supposizioni equivoche. O responsabili di marketing che non prendono in considerazione i principi basici e le best practices del posizionamento. E come conseguenza ottengono risultati negativi.

Inoltre l’algoritmo di Google cambia costantemente e c’è chi si disinteressa o preferisce andare sul sicuro e pagare. Che si tratti di agenzie esterne o di investimenti in pubblicità.

Ma è realmente necessario pagare per essere ben posizionati o è un altro dei miti sul SEO che bisogna smontare?

Pagare una certa somma non garantisce un buon posizionamento. Il posizionamento è condizionato dalla generazione dei contenuti continua, da una buona strategia di content marketing e da azioni costanti. Non da due o tre pezzi pubblicitari.

Quali altre idee possono confonderti?

Per esempio, pensi che pubblicando continuamente contenuti avrai un miglior posizionamento? È un errore. La chiave di qualsiasi strategia di content marketing orientata a posizionare un sito è condividere contenuti di qualità, rilevanti e utili per il lettore. E verificare cosa fa la concorrenza.

Non dimenticare, non è la quantità ma la qualità.

Miti sul SEO che devono essere dimostrati

1 – Un blog aiuterà la tua SEO

Per qualche motivo si tende a pensare che creare un blog migliorerà magicamente il tuo posizionamento.

Se hai un web solido il blog ti aiuterà ad attirare più traffico con le keywords longtail. Ovviamente esistono diversi fattori che fanno parte di questo processo che si tengono poco in considerazione.

Cominciamo dall’inizio. L’autorevolezza di un dominio è un punteggio (in una scala di 100 punti) sviluppata da Moz che prevede come si classificherà un sito sui principali motori di ricerca. In generale i responsabili marketing confrontano questo punteggio con quello di altri siti per determinare la loro forza.

In questo senso se sei autorevole pubblicare internamente su un blog può aiutarti considerevolmente. Ovviamente se il tuo sito è nuovo o ha poca autorevolezza non pensare che creando un blog ti porterà benefici.

Allora come si dimostrano i miti sul SEO? Cosa bisognerebbe fare?

  • Non smettere mai di creare contenuti. Il motivo è semplice. Più legami il tuo contenuto ha, più sarà autorevole. Non dimenticare che i backlinks sono la base dell’algoritmo di Google.
  • Prova con campagne sui social. Se cominci a pubblicare contenuti sul tuo blog, promuovilo sui social per ottenere traffico.

2.- Tutti i backlinks sono uguali

Si tende a pensare che se si creano backlinks da Facebook, Twitter o dalla newsletter, automaticamente il blog scalerà il ranking di Google. Ma come puoi vedere, questo è un altro dei miti sul SEO da approfondire.

Ovviamente i link che si includono nelle pubblicazioni sui social non si considerano come backlinks. Su molti siti ci sono link nofollow e secondo Google si aggiunge l’attributo nofollow ai link che dirigono a URL non molto rilevanti.

I backlinks che vuoi che portino gli utenti a un sito devono essere naturali, autentici e devono essere legati al tuo settore. Per questo non pensare che tutti sono creati allo stesso modo o che abbiano lo stesso valoro. I backlinks di spam possono fare più danni di quanto pensi.

Impara a migliorare il tuo posizionamento organico con backlinks in diversi modi e smonta gli altri miti sul SEO.

3 – Posso raggiungere la prima pagina di Google pagando

Quanti articoli hai trovato con titoli similari? Quante volte hai visto frasi come ‘Ottieni la prima pagina di Google per 99€’?

Uno dei grandi miti sul SEO è pensare che esistono soluzioni rapide. Ed è un errore. Se vuoi essere ben posizionato dovrai essere costante.

Per colpa dei miti sul SEO come questo ci sono molti casi di penalizzazione degli algoritmi di Google, creando backlinks indesiderati.

Se sei davvero interessato a migliorare il tuo posizionamento devi basarti su una strategia solida. Per questo se qualcuno ti garantisce un buon posizionamento in poco tempo, non fidarti.

4 – Google penalizza i contenuti duplicati

Arriviamo a uno dei miti sul SEO con diversi punti di vista.

I motori penalizzano i siti che plagiano i contenuti. Molte volte si trovano contenuti duplicati che, ovviamente, sono sanzionati.

Se il tuo sito ha diverse pagine con contenuti similari, i motori non sapranno quale valorizzare. E questo è un problema.

Immagina di avere un’attività online in cui vendi abbigliamento sportivo. Accedendo alla sezione delle scarpe l’utente trova diversi prodotti ma le descrizioni sono tutte identiche. L’unica cosa che cambia è il prezzo.

Il contenuto duplicato fa riferimento a qualsiasi testo che venga ripetuto in più di una URL. Indipendentemente dal fatto che sia sul tuo sito o fuori. Capita anche quando qualcuno copia i tuoi contenuti. Nel caso in cui tu abbia contenuto duplicato sul tuo sito è possibile che, anche se Google ti penalizza, ti può offrire una seconda opportunità. Ossia, ti permetterà di essere più concreto e migliorare i tuoi contenuti.

Quindi i motori non penalizzano tutti i contenuti duplicati. Ma prendono contromisure con i plagi che non apportano valore.

5 – Le meta description e i titoli non hanno a che fare con il SEO

Tutti gli elementi che si trovano sul tuo blog, titoli, contenuti, link interni, struttura, velocità di caricamento, usabilità…sono quelli che dicono a Google come trovarti. Dimenticati di questa affermazione.

Le parole chiave in tutti questi luoghi sono fondamentali. I siti web che hanno keywords e meta description avranno una classificazione bassa a lungo termine.

Esistono molti elementi del SEO che sono ancora importanti. Per esempio è rilevante includere la keyword nel primo paragrafo, in un sottotitolo e nella meta description.

6 – L’H1 è l’elemento più importante del tuo post

Anche questo mito è incerto. I principali motori di ricerca sono sempre più intelligenti e sanno che gli H1 sono intestazioni e niente di più.

Ossia, non importa il tipo di intestazione che usi. Può essere un H1, H2, H3…L’importante è che i tuoi contenuti siano organizzati in maniera coerente e che l’utente comprenda la struttura. Ovviamente i titoli devono essere legati al contenuto e potenti, dato che determinano l’80% delle visite che riceve il tuo sito.

7 – L’esperienza dell’utente non è molto importante

Attualmente il web è saturo di contenuti. Tutti i giorni si condividono circa 3 milioni di post nei blog e gli utenti devono decidere cosa guardare. Come conseguenza è comune che chiunque si senta sopraffatto e clicchi sul contenuto che sembra più utile.

Ovviamente la user experience gioca un ruolo determinante nel processo di scelta dato che il modo in cui un utente interagisce con un sito influisce molto sul tempo che impiegherà per consumarlo.

Per questo uno degli aggiornamenti recenti dell’algoritmo di Google è la user experience come fattore determinante nel posizionamento web.

8 – Il SEO lavora quando il sito è finito

Errore.

Il processo di SEO comincia con l’architettura del sito. Ossia devi considerare la strategia SEO per determinare che pagine formeranno parte del tuo sito, come saranno linkate, che tipo di menu di navigazione utilizzerai per determinare come creare le URLs.

I progetti che sono nati senza una strategia SEO hanno risultati limitati.

9 – Il SEO è inutile

Il mito sul SEO in questo caso è il seguente. Si pensa che cercando qualcosa si Google e cliccando sul risultato si trovino tutti i testi duplicati e i link poco sicuri. Ma se realmente è tutto ciò che sai sul SEO chiaramente sei confuso.

Il SEO non è inutile, è una metodologia. Si tratta di imparare a posizionarti, scegliere le parole chiave più adeguate in ogni momento e per ogni attività, avere una buona strategia di content marketing e dare all’utente ciò di cui ha bisogno in ogni momento.

10 – Il linkbuilding è morto

Recentemente il mondo dei motori di ricerca ha sofferto quando John Mueller di Google ha affermato che la creazione dei link è qualcosa che eviterebbe.

Molti hanno mal interpretato questo messaggio e sono giunti alla conclusione che il linkbuilding non solo non aiuta ma che Google lo penalizza.

Ovviamente nulla ha cambiato il fatto che i motori di ricerca si basano sull’autorevolezza dei link per classificare i contenuti. E ciò significa che il white hat SEO è una pratica di marketing legittima e verificata.

Vuoi mettere in pratica alcune di queste tecniche di posizionamento SEO? Registrati in una piattaforma di content marketing come Coobis e costruisci una strategia di generazione di link che ti aiuti a migliorare il tuo posizionamento digitale.

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